Thursday, September 10, 2009

OBAMA CROLLA SOTTO I COLPI DI UNA NUOVA OPPOSIZIONE CONSERVATRICE CHE HA Paura delle tasse e DI PERDERE business

Ditte farmaceutiche e del petrolio cavalcano l’onda e finanziano – “Tea-party” e manifestazioni – Barack, LA POPOLARITà SCIVOLA SOTTO IL 50%…

Lucia Annunziata per “La Stampa”

 

Chi sono, quanti sono e chi rappresentano, gli oppositori che sono riusciti a trasformare la ripresa della stagione politica in Usa in una sorta di «forche caudine» di Obama? Contro l’amministrazione americana – costretta sulla difensiva in questo inizio di settembre – si è coagulato in un giro di tempo relativamente breve un fronte interessante, per profilo e protagonisti.

L’opposizione che oggi preme su Obama non nasce in Congresso, dalle file dei Repubblicani; è piuttosto un movimento che ha adottato strumenti e tattiche tipiche della base democratica, raccogliendosi intorno a Internet, ai blog, a un pugno di media militanti, esercitando il proprio peso nelle assemblee cittadine, i Town Hall di solito dominati dai democratici.

 

In realtà, questo movimento non è del tutto nuovo. Vi ritroviamo infatti molte sigle, nomi, e interessi finanziari, che alla fine della presidenza Clinton diedero vita a quella battaglia sui «valori» che nelle capaci mani di strateghi eccellenti come Karl Rove, e di intellettuali importanti come i neo-con, portò George Bush e una nuova genia di repubblicani alla Casa Bianca.

Oggi come allora, il coagulo di questa opposizione è la tv Fox, che ha già portato a casa uno scalpo democratico, quello (in verità rasato) di Van Jones, Special Adviser for Green Jobs, meglio conosciuto come Zar del progetto «verde» della Casa Bianca, dimessosi sotto il fuoco di fila sul suo passato estremista scatenatogli addosso da Glenn Beck della Fox.

Per quanto riguarda le organizzazioni, le più conosciuta è American for Prosperity, con base a Washington, mezzo milione di iscritti, che si batte contro le tasse, cioè per un «governo dai poteri limitati e il libero mercato». Secondo le sue stesse dichiarazioni, il gruppo ha speso a luglio 1,8 milioni di dollari per spot televisivi, ha organizzato un giro di autobus di protesta contro la riforma sanitaria in 13 Stati, con 170 tappe.

 

Da Americans for Prosperity nasce come una costola il più nuovo dei fenomeni dell’attuale attivismo, l’organizzazione dei «tea parties», da cui si è formata la struttura del gruppo «Tea party Patriots». La citazione è quella della ribellione contro le tasse sul tè, del dicembre 1773 nel porto di Boston, premessa della Rivoluzione americana.

C’è poi FreedomWorks, guidata da Dick Armey, repubblicano, ex leader di maggioranza in Congresso. Fondata nel 1984, anche questa associazione ha base a Washington, e può contare su migliaia di iscritti nazionali da mobilitare a favore di tagli alle tasse, poca ingerenza del governo, e più libertà individuale.

Influente è anche Conservatives for Patients’ Rights, il cui leader è Rick Scott, ex dirigente della società di assicurazione sanitaria Columbia/Hca, che non molto tempo fa ha dovuto pagare una multa di 1,7 miliardi di dollari per aver truffato lo Stato gonfiando i rimborsi. Rick è conosciuto anche per un altro impegno politico: nel 2004 ha aiutato come consulente il gruppo di veterani del Vietnam che attaccò la reputazione militare guadagnatasi proprio in Vietnam dal senatore John Kerry, allora candidato contro Bush.

Tutti questi sforzi di base sono finanziati con generosità dalle industrie, dagli ospedali, dalla ricerca del settore sanità, un pezzo dell’economia americana che secondo il White House Council of Economic Advisers vale il 18 per cento dell’economia nazionale. Fra i sostenitori del dibattito contro la riforma si ritrovano così nomi di grandi assicurazioni, come UnitedHealth group Inc. del Minnesota, e WellPoint Inc. di Indianapolis.

 

Per FreedomWorks la dichiarazione delle tasse rivela che ha ricevuto 10 milioni di dollari nel 2006, la maggior parte dei quali dall’editore conservatore della Pennsylvania Richard Scaife. Sempre secondo la dichiarazione delle tasse, l’associazione Americans for Prosperity ha ricevuto nel 2007 10 milioni di dollari di contributi. Nel suo board siede David Koch, uno dei dieci uomini più ricchi d’America, secondo Forbes, vicepresidente delle Koch Industries Inc., una società che ha interessi nel settore chimico e nelle raffinerie.

I finanziamenti dell’industria farmaceutica compaiono anche a sostegno del più famoso gruppo di democratici che si oppongono alla riforma sanitaria di Obama, i Blue Dogs, guidati da Mike Ross, un gruppo erede dei democratici conservatori del Sud, composto da 52 rappresentanti del Congresso, e il cui voto è oggi quasi decisivo. A loro sono andati 1,2 milioni di dollari per l’anno corrente 2009-10.

Ma una delle conseguenze più interessanti di questa mobilitazione è che ha fatto scuola e sta spingendo ora sulla scena politica altri protagonisti. In attesa della discussione al Senato del piano «verde» sull’energia, che il presidente Obama ha già presentato – e che è controverso quasi quanto quello sulla sanità, come prova l’azzoppamento di Van Jones - a Houston è stato battezzato un altro movimento di cittadini, chiamato Energy Citizens. Composto da lavoratori che temono il danno economico di un maggiore controllo dello Stato sulle industrie del petrolio, il gruppo ha già organizzato per i prossimi mesi 20 appuntamenti in tutti gli Stati petroliferi del Sud.

I grandi dell’energia naturalmente guardano con simpatia a queste proteste, come si può leggere in un memorandum dell’American Petroleum Institute, di cui fanno parte i giganti del petrolio, quali Exxon Mobil, Chevron, e ConocoPhillips. Il documento è stato rivelato da Greenpeace. Non tutte queste società si sono però schierate per questa strategia: per esempio la Royal Dutch Shell ha detto che non parteciperà.

Infine, tra i simpatizzanti di tutte queste iniziative, va messo a buon diritto il mercato che invia chiari messaggi. Nel 2009 è cresciuto il valore delle azioni delle assicurazioni mediche. Ad esempio, la WellCare Health Plans Inc. di Tampa, la Cigna Corp. di Filadelfia e la Coventry Health Care Inc. di Bethesda, hanno segnato il 15% di aumento dal primo gennaio, secondo l’indice Standard & Poor’s Supercomposite Managed Health Care. L’indice delle industrie farmaceutiche di S&P ha guadagnato l’1,7 per cento. Il mercato personale di Obama, la sua popolarità, è scivolato, nel frattempo, sotto il 50 per cento.

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-9090.htm

[Via http://sottoosservazione.wordpress.com]

No comments:

Post a Comment