Traduco il seguente articolo, tradotto dalla rivista cattolica americana “InsideCatholic”
Le scimmiette che tappano gli occhi, la bocca e gli orecchi**di Mark P. Shea
11/10/09
Una cosa si può dire dei nostri organi di stampa: Sono assolutamente coerenti. Dopo che il Maggiore Nidal Malik Hasan aveva aperto il fuoco su una stanza piena di persone indifese a Fort Hood, c’era da aspettarselo che ci saremmo sentiti immediatamente dire che questo oltraggio non aveva niente a che fare con la fede islamica, che il terrorismo non c’entrava niente. Poi, col passare delle ore, mentre l’ovvio diventava ovvio, abbiamo finito per trascorrere l’intero weekend a sopportare i soloni della TV che, grattandosi le pettinature da $200 sulle loro teste da 88-centesimi, ponderavano il dilemma se ci potesse mai essere una qualche remotissima connessione fra la fede islamica e quel tizio che aveva elogiato i kamikaz musulmani come fossero eroi e martiri, aveva assistito all’insegnamento di un imam estremista che oggi elogia il suo massacro come eroico, aveva usato la sua autorità di psichiatra per fare proselitismo con pazienti vulnerabili facendo leva sulla propaganda islamica, andava vestito con abiti tradizionali musulmani e infine aveva gridato “Allahu akbar!” mentre atterrava a colpi di pistola le sue prede.
E’ stata una spettacolare esibizione di stupidità voluta e deliberata, da parte di una cultura mediatica che dimostra in continuazione di non voler ammettere che l’islam tende con sconcertante frequenza a sortire simili atti di terrore. Ed era prevedibile, perché succede ogni volta che qualche macellaio islamico spara su vittime innocenti in nome del Profeta. Così, ad esempio, quando un egiziano che cita il Corano si è incaricato di macellare gente innocente per aver commesso il crimine di volare El Al, le balle iniziali, sia dello Stato sia dei media, ci hanno subito assicurato che si trattava di un “caso isolato“ che non aveva niente a che fare con le credenze folli, sanguinarie, islamiche dello stesso macellaio che l’aveva compiuto. Infine, dopo quasi un anno di studio intenso del proprio naso, l’FBI e la CNN arrivarono finalmente ad arguire che gli assassini, sì, erano esemplari di terrorismo islamico. Stessa faccenda con i tizi che a Seattle qualche anno fa massacrarono alcuni ebrei in nome di Allah. I media ci assicurarono che l’azione non aveva niente a che fare con l’islam. Solo alla fine scelsero l’approccio innovativo di aprire gli occhi per vedere la luce del giorno. Ben fatto, Sherlock.
Naturalmente questa stessa cultura mediatica non ha avuto alcuna difficoltà a dipingere i cristiani come pericolosi fanatici (sicuramente a causa di quei noti metodisti dal grilletto facile che gridano “Gesù è il Signore” ogni volta che sparacchiano contro persone innocenti). Viviamo in una cultura in cui Larry David può pisciare su Gesù ma ci tocca sorbire in continuazione la predica sulla necessità di rispettare le sensibilità dei macellai che vengono invitati a partecipare alla Task Force intitolata alla George Washington University Homeland Security Policy Institute Presidential Transition e che ci restituiscono il favore uccidendo i figli e le figlie della nazione che li aveva scolarizzati e aveva conferito loro tali grandi onori.
Nel frattempo, la Religione-Che-Non-Riesce-a-Diventare-Adulta assiste alla carneficina di un altro Figlio del Profeta e che naturalmente fa la vittima mentre dà la colpa a . . . qualcun altro:
“Quando un bianco assalta un ufficio postale, lo chiamano andare postale,” ha detto Victor Benjamin II, 30, ex-membro dell’esercito. “Ma quando lo fa un musulmano, lo chiamano jihad.”
Hmmm… in realtà non è così. Quando i musulmani lo chiamano jihad, allora anche noi lo chiamiamo jihad, proprio come quando un cristiano la chiamava crociata, noi la chiamavamo crociata (e, a proposito, quella rara volta che un cristiano fa qualcosa di orrendo in nome di Gesù, i cristiani condannano sia la malvagità, sia colui che la commette, non condannano il mondo perché rimane sconvolto da questa malvagità. Ma dai nostri media impazziti, la prima risposta all’omicidio di massa compiuto da un killer islamico consiste nel lamentarsi che qualcuno abbia deriso l’assassino. Povero piccolo macellaio indifeso…..!)
Certo, siamo fortunati che nessuno nella nostra cultura dice che siamo la più grande forza del male del mondo. Se lo facessero, immagino che saremmo giustificati se ci mettessimo a uccidere delle vite innocenti.
A questo proposito, alcuni pensatori particolarmente geniali sono riusciti perfino a dare la colpa del massacro di Hasan ai cattolici britannici di 400 anni fa:
Semplicemente non sappiamo ancora quali erano le motivazioni di Hasan, e nemmeno se Hasan è davvero musulmano [sic] o meno. Certo, quest’ultima informazione sarà quella che tutti ci terranno a sapere di più, anche se in un senso molto basilare è il dato meno importante…..
Tuttavia c’è il fatto inquietante della data…. E da notare (come hanno già fatto altri come Ali Eteraz) che oggi è il giorno intitolato a Guy Fawkes – ovvero l’anniversario del complotto organizzato da un dissidente cattolico per far saltare in aria il Parlamento inglese, allora dominato dai protestanti.
Se la sparatoria è stata motivata da rancore contro la politica estera/militare degli Stati Uniti, allora sicuramente questa data è significativa.
Se vi chiedete come mai i PRIMI SOSPETTATI agli occhi dei nostri blablabla [Chattering Classes], sono dei cattolici morti secoli fa, potete leggervi la spiegazione magistrale di Roland Emmerich sulla voluta stupidità della Brigata-che-non-vede-il-proprio-naso. Si tratta di vigliaccheria:
Per il film “2012,” Emmerich decise di distruggere alcuni dei maggiori monumenti del mondo, da Roma a Rio. Ma c’è un punto del mondo che Emmerich intendeva demolire e non l’ha fatto: la Kaaba, la la struttura a forma di cubo situato al centro della Mecca. E’ il fulcro delle preghiere e la meta del Hajj, il più importante pellegrinaggio dell’islam.
“Beh, lo volevo fare, lo devo ammettere,” ha detto il regista a scifiwire.com. “Ma il co-sceneggiatore Harald [Kloser] ha detto, ‘non intendo beccarmi una fatwa per un film.’ e aveva ragione.”
Emmerich ha continuato: “Dobbiamo pensarci tutti, in occidente. Si può lasciar cadere a pezzi i simboli cristiani, ma se lo si facesse con un simbolo arabo, si avrebbe…. una fatwa. E questo è un pò la condizione del mondo oggi. Per cui si tratta solo di una cosa che più o meno, insomma, non ho considerato comunque un elemento importante nel film, e allora, come dire, l’ho omesso. “
Notare l’uso del “si” impersonale. Emmerich non riconosce che è un vigliacco timoroso di offendere dei prepotenti rimasti all’Età del Bronzo. Invece farfuglia qualcosa su “la condizione del mondo oggi”. Con questo vuole dire che i cristiani con tutto quell’”ama i tuoi nemici” e “porgi l’altra guancia” garantiscono che siamo bersagli tranquilli che si possono attaccare senza problemi. In altre parole, Roma non emette delle fatwa.
Ora, io sono d’accordissimo che non bisogna trarre delle conclusioni affrettate. Il solo fatto di avere un nome che suona musulmano non è sufficiente per classificare un massacro come un atto di terrorismo, esattamente come uno che sparasse e si chiamasse Rodriguez non si potrebbe per questo classificare come “terrorista cattolico”. Ma se quello che ha sparato nella città di Orlando fosse stato noto per aver lodato gli omicidi e le bombe dell’IRA, per aver scritto sui blog che chi non è cattolico si merita di morire, per aver cercato di fare pressioni sui suoi sottoposti per farli convertire e per aver aperto il fuoco su stanze piene di persone inermi gridando “Ave Maria!” penso che la gente normale avrebbe convenuto che questo tizio era un terrorista ispirato da una versione molto buia della fede cattolica. Quello che mi fa impazzire dei nostri media è che saltano su per prevenire, per dichiarare in anticipo, con fare definitivo, che le azioni malvage compiute da musulmani non hanno nulla a che fare con la loro fede musulmana, mentre chiunque vede che, al contrario, è proprio questo che li ha ispirati.
Certo, ciò non significa che tutti i musulmani sono terroristi (ovviamente! ). Anzi, una delle poche persone sensate di questa intera farsa esasperante di idioti bisognosi di addestramento all’insensiblità è Osman Danquah, cofondatore della Comunità islamica di Greater Killeen, il quale, dopo aver ascoltato le follie islamiche radicali pronunciate da Hasan, gli ha detto “Tu hai dei problemi,” dando per scontato che l’Esercito avrebbe provveduto a una minaccia così ovvia all’interno delle proprie truppe. Ma il Pensiero Dominante fra i leader è che il massacro di qualche truppa è preferibile al rischio di inquietare le sensibilità di macellai e di coloro che li amano.
Danquah dava per scontato che i capi militari fossero al corrente dei dubbi di Hasan, che erano noti da oltre un anno ai compagni di classe di un programma per laureati in medicina militari. I suoi colleghi studenti si sono lamentati con il corpo docente della “propaganda anti-americana” di Hasan, ma hanno detto che la paura di sembrare discriminatori contro uno studente musulmano tratteneva gli ufficiali dal presentare un formale reclamo scritto.
Questo è dovuto al fatto che, come tutti gli altri in questo paese impazzito, trattiamo le idee come fossero delle caratteristiche genetiche che non riusciamo a reprimere e ci rifiutiamo di ammettere la possibilità che le idee abbiano delle conseguenze. Consideriamo la schedatura teologica e filosofica con lo stesso orrore della schedatura razziale. Ma ecco la differenza: Il colore della pelle non uccide. I pensieri del cuore, invece, sono esattamente dove ha inizio l’omicidio. Ciò non significa dover istituire la Polizia del Pensiero, ma significa che se qualcuno (o qualche particolare gruppo ideologico) ha dei comportamenti che indicano un’apertura di credito alla violenza, ignorarli è da idioti.
E significa che siamo degli idioti assoluti a continuare a ignorare il fatto che 1) l’islam dà abbondante spazio nel suo corpus di dottrine a questo genere di violenza brutale; 2) l’islam dispone di tanta gente che approva questo genere di violenza e che si trova in vari stadi di all’erta, pronti a commetterla; e 3) gli ideologhi islamici radicali spesso emettono segnali di avvertimento abbaglianti. Siamo ancora più cretini quando ci aggiriamo in punta di piedi intorno a quei musulmani la cui prima reazione a tali delitti è quello di dare la colpa a chiunque altro all’infuori della loro tradizione e esigono anzi per se stessi l’aureola di vittime.
Vogliamo veramente credere che l’Islam Violento sia una perversione della tradizione islamica e che l’Islam Saggio e Benevolo sia la Vera Tradizione Islamica. Ma la realtà è che l’islam è una religione umana inventata, che prende a prestito da frammenti di giudaismo e cristianesimo, vi mescola le rivendicazioni illusorie (o menzognere) di rivelazione proprie di Maometto e completa il tutto con un pizzico di saggezza convenzionale preso dalla cultura araba dell’ottavo secolo. Non è una fede magisteriale con un organismo giudicante che definisce cosa sia e non sia la lettura ortodossa del Corano. E’ qualunque cosa i suoi vari aderenti dicono che sia.
Ciò significa che se cerchi una condanna della violenza nel Corano la trovi, perchè c’è. E trovi anche la roba che riguarda saggezza, beneficenza e pace, se la vuoi. Così’ i musulmani che commettono questi atti delittuosi con tanta frequenza non stanno “tradendo l’islam” se lo fanno professando religiosità. Stanno, di fatto, mettendo in atto una delle possibili interpretazioni della tradizione musulmana (e spesso nel farlo massacrano anche molti altri musulmani). Gli occidentali che mentono a se stessi dicendo che questi mostri ”non sono veri musulmani” sono semplicemente degli imbecilli auto-illusi. Essi sono musulmani quanto Maometto, come lo sono le loro vittime musulmane. Non esiste un Magistero musulmano che li scomunichi. Non parlano per tutti i musulmani, ma sicuramente parlano e agiscono a nome di quella alta percentuale di musulmani che o li applaudono o tacciono o si lamentano di essere vittime di sospetti e sfiducia da parte delle vittime del terrore, invece di lamentarsi dei mascalzoni che compiono atti di terrorismo in nome dell’islam.
Detto questo, in realtà la cura, se ci sarà, dovrà venire da dentro all’islam: da musulmani che inculchino nei loro figli il concetto che bisogna vergognarsi dell’Islam Radicale Omicida, esattamente come i cristiani hanno inculcato fra i loro ranghi il concetto che bisognava vergognarsi di quelle espressioni di cristianesimo che tacquero davanti allo schiavismo, al terrorismo, all’oppressione delle donne e al razzismo. Non verrà dal sogno prediletto dell’Occidente di un mondo post-religioso e secolare ripulito dalla “religione”. Simili esperimenti sono stati già tentati nei paesi comunisti; è come dire, “Abbiamo notato una correlazione fra sistema immunitario e malattie, quindi eliminiamo i sistemi immunitari.” Non è un caso che la malattia del peccato umano è prosperato in tali regimi solo a costo del massacro di milioni. Invece di far finta che la bestia dell’Islam Radicale non esista, l’Occidente dovrà prima o poi imparare come insegnarsi di nuovo la teologia – oppure perire. Dovrà anche schedare coloro che NON hanno un particolare colore di pelle ma una particolare serie di annotazioni ideologiche e punti di vista che rende ovvio il fatto che stanno dalla parte della violenza Radicale Islamica, esattamente come dovremmo schedare coloro che hanno simpatia per gli skinheads, i KuKluxKlan, o i racconti di gloria dei terroristi dell’IRA.
Soprattutto, significa che dobbiamo alfabetizzarci alla teologia e trovare un modo più sofisticato di capire le cose piuttosto che semplicemente fare un’unica mucchia di cristianesimo e islam e chiamarla “religione” (il che, sappiamo bene, porta a un’indistinta “violenza”). L’unico modo di contrastare una teologia infiammatoria come l’islam è con una teologia sana, non con le illusioni acquose del laicismo post-moderno. E ciò, prima o poi, comporterà il ritorno alla salute mentale offerta dalla Fede Cattolica.
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Mark P. Shea è redattore di www.CatholicExchange.com ed editorialista di InsideCatholic. Il suo blog è markshea.blogspot.com.
**PUBBLICATO CON IL TITOLO “SEE NO EVIL”
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